martedì 29 marzo 2011

ASSOCIAZIONI E SINGOLI CITTADINI UNITI PER DIRE NO AL RITORNO DEL NUCLEARE IN ITALIA

IL COMITATO REGIONALE "VOTA SI’ PER FERMARE IL NUCLEARE” HA PRESENTATO LA CAMPAGNA REFERENDARIA IN PIEMONTE

Anche il Piemonte si mobilita per dire no alla scelta del governo italiano di tornare all'atomo e, in vista del referendum del 12 giugno prossimo, un vasto schieramento di associazioni e cittadini da sempre schierati contro il nucleare si è unito per far fronte comune, con l'obiettivo di convincere la maggioranza degli italiani a votare Sì al referendum.

A distanza di quasi 25 anni dal tragico incidente di Chernobyl e del referendum che fermò il nucleare in italia, gli italiani sono ora nuovamente chiamati alle urne per scegliere la strada da intraprendere nei prossimi anni in campo energetico.

Tornare al nucleare è una scelta molto costosa, rischiosa e controproducente. Rimangono sostanzialmente inalterati rispetto alla vecchia stagione del nucleare in Italia il problema della sicurezza e quello delle scorie. Al di là del rischio di incidenti gravi, i reattori nucleari rilasciano radioattività in aria e in acqua, nel corso del normale funzionamento e a causa di incidenti piccoli che sono abbastanza frequenti. Durante il normale esercizio della centrale vengono contaminati non solo i lavoratori ma anche le popolazioni che vivono intorno all'impianto, in quanto sono consentiti dei rilasci di radioattività all'esterno dell'impianto.

Secondo i risultati dello studio KIKK, commissionato dal Bundesamt für Strahlenschutz (Bfs), l'Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, a un gruppo di dodici specialisti di livello internazionale (la più ampia indagine mai condotta sul campo, conclusa nel 2008) esiste dipendenza dell'insorgenza di patologie infantili dalla vicinanza alle centrali: nel raggio di 5 km dalla centrale è stato rilevato un incremento rispetto alla media di 1,6 volte dei tumori embriogenetici e di 2,2 volte delle leucemie infantili rispetto ai casi attesi.

Inoltre il ritorno all'atomo non ci metterà al riparo dalla dipendenza estera per il reperimento delle materie prime: così come le fonti fossili, anche l'uranio è un elemento che si estrae da risorse limitate e che presto sarà in declino. Il nostro Paese non dispone di significative riserve di uranio e saremo così costretti ad importarlo da altri Paesi. Quello che ci rimarrà saranno invece le scorie: ancora oggi non esiste al mondo un deposito definitivo e sicuro e proprio in Piemonte stiamo ancora facendo i conti con i rifiuti radioativi della vecchia stagione nucleare italiana, depositati per la stragrande maggioranza nel deposito Avogadro di Saluggia (VC).

L’energia nucleare è infine costosa e controproducente per le tasche dei cittadini e per l’economia del Paese. Per tornare all’atomo, infatti, bisognerebbe ricorrere a fondi pubblici e garanzie statali, quindi alle tasse e alle bollette pagate dai cittadini. Tutte risorse importanti, sottratte ai finanziamenti per la ricerca, per l’innovazione tecnologica, alla diffusione dell’efficienza energetica e le energie rinnovabili, quindi ad investimenti più moderni e incisivi da un punto di vista ambientale e occupazionale.

Una vera alternativa al nucleare esiste già: è necessario investire in una transizione verso un massiccio uso di risorse rinnovabili accompagnato da una drastica razionalizzazione dei consumi con una loro conseguente riduzione per renderli compatibili con le risorse rinnovabili. L'Italia sta già facendo passi avanti in questa direzione e l'ipotesi nucleare non potrebbe che costituire una brusca frenata nel settore delle rinnovabili.

Per queste ed altre ragioni il comitato “Vota Sì per fermare il nucleare” si impegna per contrastare la scellerata scelta del governo di tornare all'atomo.
Su tutto il territorio piemontese stanno sorgendo comitati locali analoghi per diffondere le ragioni del no al nucleare, organizzando iniziative su tutto il territorio. Nei prossimi giorni si costituiranno i comitati provinciali e cittadini. Le iniziative in programma sono varie e variegate, dai volantinaggi per informare i cittadini di passaggio nelle piazze e nelle strade a momenti di approfondimento in dibattiti e incontri pubblici. La moratoria di un anno annunciata dal Ministro Romani non deve ingannare i cittadini, più che una pausa di riflessione, pare un escamotage per prendere tempo e passare indenni le elezioni amministrative e il referendum. Non c’è bisogno di nessuna pausa di riflessione sul nucleare perché i suoi danni e la sua pericolosità sono purtroppo sotto gli occhi di tutti. Quello di cui c’è bisogno invece è un rifiuto incondizionato, basato sul coraggio di investire sull’efficienza e sulle rinnovabili, ma anche sulla lungimiranza di pensare al futuro del Paese. Invitiamo quindi i cittadini a non cadere nell’inganno di questa moratoria e partecipare al referendum, votando SI per fermare il Nucleare.

E' possibile aderire al comitato piemontese scrivendo una mail all'indirizzo piemontefermiamoilnucleare@gmail.com e rimanere aggiornati sulle iniziative collegandosi a questo blog o su facebook alla pagina "Vota Sì per Fermare il Nucleare - Piemonte".

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